Vincenzo Sansonetti, ilSussidiario.net, 15.09.23
“Palazzi su cui ci si arrampica rimanendo a terra, ascensori dove le porte si aprono ma che non conducono da nessuna parte, scale mobili aggrovigliate come se fossero i fili di un gomitolo, barche che ondeggiano su uno specchio d’acqua inesistente, la sala di un parrucchiere che si moltiplica all’infinito, un’aula scolastica dove “ti trovi dentro”e ti siedi su un banco pur rimanendone fuori, un finestrino della metropolitana da cui si “vedono” in rapida sequenza scorci di Parigi, New York e Tokyo”.