Un comunicato del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, organizzatore delle Gmg, ha reso nota la pubblicazione e ha condiviso il Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, “Lieti nella Speranza“, siglato nel giorno della Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense. Il messaggio dà inizio a un ciclo biennale che accompagnerà le nuove generazioni nel cammino giubilare.
“Lieti nella speranza” sono parole contenute nella Lettera di San Paolo ai Romani, che fanno da filo conduttore al messaggio di Papa Francesco per la XXXVIII Giornata mondiale della gioventù, che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 26 novembre, solennità di Cristo Re.
Nella Missiva, il Santo Padre invita i giovani a diventare “seminatori di speranza”. In particolare, Papa Francesco ha affermato:”Vi esorto a scegliere uno stile di vita basato sulla speranza. Faccio un esempio: sui social media sembra più facile condividere cattive notizie che notizie di speranza. Pertanto, vi faccio una proposta concreta: provate a condividere ogni giorno una parola di speranza. Diventate seminatori di speranza nella vita dei vostri amici e di tutti quelli che vi circondano0″.
La Speranza, però, può essere debole, instabile, perché “c’è il rischio che venga soffocata dalle preoccupazioni, dalle paure e dalle incombenze della vita quotidiana“. Allora, il Papa lancia ai ragazzi un prezioso suggerimento: “quando le fitte nebbie della paura, del dubbio e dell’oppressione vi circondano e non riuscite più a vedere il sole, imboccate il sentiero della preghiera. Perché «se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora» (Benedetto XVI, Lett. enc. Spe salvi, 32). Prendiamoci ogni giorno il tempo per riposare in Dio di fronte alle ansie che ci assalgono“.
“Le sfide e le difficoltà – ha aggiunto Francesco – ci sono e ci saranno sempre, ma se siamo dotati di una speranza “piena di fede”, le affrontiamo sapendo che non hanno l’ultima parola e noi stessi diventiamo una piccola torcia di speranza per gli altri.
Anche ognuno di voi può esserlo, nella misura in cui la sua fede si fa concreta, aderente alla realtà e alle storie dei fratelli e delle sorelle“.