Francesco Sellari, Corriere.it, 12.11.21
“Sono determinati e colorati. Si allenano per imparare i passi di danza e per emulare i loro «idols». Si organizzano tramite TikTok e Instagram. Collezionano vinili ma anche le (redivive) musicassette. Sono i ragazzi e le ragazze del K-pop, il pop koreano che ha ormai un importante seguito anche tra adolescenti e giovani italiani. Il fenomeno è al centro di un breve documentario che vede alla regia Sophie Perazzolo e Martino Ilacqua due studenti della sede distaccata del Centro sperimentale di Cinematografia a Milano . Il loro lavoro rientra all’interno di un più ampio progetto che vede la collaborazione tra il Centro e l’Istituto culturale coreano e che ha portato alla realizzazione di 5 corti e mediometraggi che raccontano aspetti più o meno noti del paese asiatico.
«Prima di avvicinarmi a questo lavoro non ne sapevo nulla – racconta Martino Ilacqua, 23 anni al terzo anno di regia – Mi è capitato spesso di passare in piazza Gae Aulenti a Milano e vedere questi gruppi di ragazzi provare dei balli. Quando ho iniziato a lavorare al documentario, ho capito che stavano studiando le coreografie del K-pop». Il ballo è uno degli elementi che più caratterizza il genere. È probabilmente il collante più forte tra un cantante e la propria «fanbase»”.