Gianni Mereghetti, ilSussidiario.net, 28.11.21
“Alessandro era arrivato al Centro portando sulla faccia una delusione cocente, era accigliato come difficilmente lo si poteva vedere.
“Cosa è successo?” gli aveva chiesto Andrea, uno dei volontari a cui Alessandro si riferiva per essere aiutato in storia.
“Niente, niente”. aveva risposto il ragazzo, facendogli capire che qualcosa era successo, ma non voleva parlarne. Andrea non aveva insistito e aveva continuato a fare il lavoro di segreteria necessario per il pomeriggio al Centro.
Alessandro gli aveva chiesto se ci fosse un insegnante di matematica, perché doveva capire bene la questione delle funzioni.
“Sì, arriva fra mezz’ora, aspettalo che certamente ti può aiutare, ha due ragazzi prima, ma poi è libero. Glielo chiediamo, non ci sono problemi. Adesso se vuoi metterti in un’aula fai pure”.
Alessandro era entrato nell’aula e si era seduto al tavolo senza però tirar fuori dal suo zaino nessun libro. Andrea aveva sbirciato nell’aula e aveva visto che il ragazzo si era messo la testa fra le mani. Non aveva indugiato oltre ed era entrato nell’aula, chiedendo al ragazzo se non voleva dirgli cosa fosse successo. La domanda di Andrea era stata così discreta che Alessandro si era sentito di parlare”.