Franco La Cecla, Avvenire.it, 01.02.23
“Nel mondo in piena trasfor-mazione dell’antropologia, da qualche decennio si è aperta una dimensione narrativa che è diventata sempre più importante. Ha iniziato Clifford Geertz con Opere e vite (il Mulino, 1988) e poi la strada è stata percorsa da personaggi come James Clifford ( I frutti puri impazziscono, Bollati Boringhieri, 1993) e Michael Taussig ( Il mio museo della cocaina, Milieu, 2019) “.