Silvia Stucchi, ilSussidiario.net, 22.12.21
“Liceo classico. Un futuro per tutti, a cura di Liana Lomiento e Antonietta Porro (Carocci, 2021), è un volumetto che prende le mosse da un assioma che ci sentiamo di sottoscrivere in pieno: il liceo classico è patrimonio comune della società italiana, come del resto i classici greci e latini appartengono a tutti e per tutti rappresentano una ricchezza, se non altro perché i segni della civiltà greca e romana plasmano il paesaggio delle nostre città, hanno lasciato un segno indelebile nell’arte e nell’architettura (e lo continuano a lasciare), hanno influenzato e influenzano ancora oggi la nostra letteratura, ma, soprattutto, hanno plasmato la nostra lingua, il nostro lessico, e hanno generato le categorie di pensiero che improntano il nostro modo di ragionare e di relazionarci fra di noi e con la realtà che ci circonda.
Sarebbe pertanto folle pensare al liceo classico solo come a una fucina di futuri filologi, archeologi, esperti di arte e letteratura greca e latina: e, del resto, l’esperienza di ogni professore del liceo classico ora e in passato lo dimostra: da una “classe terminale” (come è brutta e sinistra questa espressione burocratica) di classico non escono certo venti iscritti a corsi di laurea in lettere classiche e scienze dell’antichità, ma, per lo più, a una manciata di studenti di facoltà umanistiche fra le più varie, si affianca una grande maggioranza di ragazzi avviati a diventare medici, avvocati, psicologi, ingegneri specializzati nelle più varie e moderne declinazioni delle scienze applicate; e poi ancora farmacisti, specialisti nelle lingue moderne, architetti, farmacisti, chimici, veterinari, e così via”.