Giuseppe Frangi, ilSussidiario.net, 17.11.12
“Raccontava Alberto Giacometti che quando da giovane andava al Louvre davanti alle sculture e ai dipinti sperimentava la dimensione del sublime. “Le amavo perché mi restituivano qualcosa che non trovavo nella realtà. Le trovavo non solo belle, ma più belle della realtà stessa”.