Carlo Ossola, Avvenire.it, 23.10.21
“Il viaggio che questi “Inferni” esposti alle Scuderie del Quirinale – di cui ha parlato ieri su queste colonne Maurizio Cecchetti – ci propongono è amplissimo, nel tempo, nel mito, in Dante, nella storia umana nei dissidi della contemporaneità, nei baluginii – anche – della speranza. Si parte dalla acuta parabola proposta, in apertura del magnifico catalogo Electa, da Jean Clair, Da Saturno a Satana, per giungere alla Completezza delle stelle, 2001, opera di Anselm Kiefer. Come il Saturno che divora i suoi figli (si pensi al Goya del Prado, 1819-23), così il Lucifero di Dante nella ghiaccia divora e stritola i dannati il parallelo ci fa ritornare a un celebre passo di sant’Agostino che osserva: «Hanno affermato, dice Varrone, che Saturno era solito divorare le cose da lui nate perché i semi tornano là da dove sono nati […] Infine dice che da alcuni gli sono abitualmente immolati fanciulli, come dai Punici, e da altri anche persone adulte, come dai Galli, perché la razza umana è il migliore dei semi. Su questa efferata superstizione non occorre spendere altre parole» ( De civitate Dei, VII, 19)”.