C. Esposito, L’Osservatore Romano, 11 febbraio 2020
Per poter conoscere le cose c’è bisogno di amarle. Uno sguardo di affezione è richiesto anche quando usiamo la nostra intelligenza come una mera procedura di calcolo. Questa dimensione affettiva non va intesa però come un’aggiunta “sentimentale” o come un’emozione soggettiva rispetto alla fredda constatazione dei dati oggettivi della realtà.
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