Franco Arminio, Repubblica.it, 20.10.21
“Le poesie di Lavorare stanca hanno poco meno di cento anni, ma sono fresche e vive. Pavese le ha scritte per aprire un’altra strada alla poesia italiana e ora più che mai si capisce benissimo che ci è riuscito. Queste poesie si leggono perché riescono ad appartenere perfettamente al loro tempo e anche al nostro. Sono antiche e nuove. Sono la nostra casa in collina. Un luogo in cui ritirarci un poco dal presente, non dal mondo. Sei a casa sua, ma lui non ti guarda, sta lavorando, è rivolto alla Grecia, all’antico, oppure all’America, ai lontani. Nei primi versi si sente l’approccio omerico, il ritmo disteso che riecheggia l’esametro latino”.