Rassegna stampa

Congdon, il dolore e la domanda: la scoperta dell’umano a Bergen Belsen

― 26 Ottobre 2021

Giuseppe Frangi, ilSussidiario.net, 26.10.21

“Il 20 aprile 1942 William Congdon sottoscriveva un contratto come autista di autoambulanza nell’American Field Service. L’AFS è una struttura di carattere civile inserita nel sistema militare, ma totalmente svincolata dalla gerarchia. «Al posto dell’arte, ora è la filantropia che mi rende uguale agli altri», annotava a quella data il grande artista americano, allora trentenne. Per Congdon si trattava di lasciare l’America e di spostarsi sui fronti della Guerra mondiale.

Prima viene assegnato all’armata britannica in occasione della battaglia di El Alamein. Poi si sposta in Italia, dove segue l’avanzata delle truppe alleate: nel maggio 1944 partecipa alla battaglia finale di Montecassino. Si trattò di esperienze drammatiche che culminarono con la partecipazione all’opera di soccorso nello scenario tragico del campo di Bergen Belsen, liberato nell’aprile 1945. Congdon visse questa sua scelta volontaria anche con lo sguardo dell’artista: disegnò molti volti di soldati, di civili, e infine documentò l’apocalisse del campo di concentramento dov’erano rinchiuse 53mila persone in condizioni spaventose.

È un capitolo della vita dell’artista americano che oggi è stato documentato in una mostra, molto significativa anche per il luogo che la ospita: il Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, da dove partivano i treni per Auschwitz stipati di ebrei”.

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