Riccardo Prando, ilSussidiario.net, 14.09.21
“O adesso o mai più. O la scuola sfrutta l’hic et nunc imposto dai mutamenti pandemici oppure è destinata a tornare sui binari che anche da queste colonne ho denunciato a più riprese: la scuola di pochi nascosta sotto la scuola di tutti. Scriveva Davide Rondoni nel giugno 2019, ultimo anno in classe senza Covid: “Giratele, le scuole italiane e accanto allo splendore di persone impegnate ben oltre il dovuto troverete i segni fatali di una rovina, magari ammantata di sigle burocratiche. Rovina di un’idea e rovina di anime che non sono più educate, ma istruite, e perciò male istruite”.
Cioè a dire: formazione approssimativa, calibrata sulla “media”, infarcita di riferimenti al mondo del lavoro perché ad esso prona, orfana della bellezza che deriva dallo studio e dalla contemplazione di un’opera generata dallo spirito. Nel suo messaggio di pochi giorni fa al mondo della scuola, papa Francesco lo ha ribadito: “L’educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia”. Ma come si fa a renderli più umani se si insegna il disvsalore della mediocrità?”