Marco Ricucci, ilSussidiario.net, 03.12.21
“L’istruzione classica è, da qualche anno, in crisi, di fronte al dilagare della semplificazione del mondo che ci circonda a discapito della complessità, della “liquidizzazione” che qualifica la società contemporanea secondo la lezione di Bauman, della tecnologia che sostituisce il pensiero strutturato e sistematico. Cosa può fare dunque la scuola per formare, informare e, soprattutto, educare le nuove generazioni di nativi digitali ad avere in mano uno smartphone e in bocca il biberon?
Il nostro Paese si merita la classe dirigente che abbiamo al potere, perché è lo specchio – una sorta di speculum principis che andava di moda nel Medioevo – di quello che noi italiani forse vorremmo essere o siamo, ma non possiamo, perché la realtà quotidiana ci impone di essere altro dagli stereotipi e dai luoghi comuni. O almeno ci proviamo”.