Superiori e Università chiuse
Davide Rondoni, QN, 27 ottobre 2020
Cosa restituiranno questi giovani a chi li tratta così ? Si ha l’impressione di un desiderio di dissolvimento nella parte più anziana al comando del Paese. Come se odiassero la gioventù, non scommettessero sul futuro dell’Italia. A parole tutti insistono sulla centralità dei giovani. Poi si dimenticano di pensare a ciò che serve a loro in questo periodo difficile, cioè scuola vera, università vera, trasporti, luoghi di ritrovi sicuri. Via, a casa, davanti al pc. Si obietterà: è solo un mese. Ma si tratta di un mese dopo altri mesi in cui questi nostri ragazzi han vissuto la primavera e l’amicizia dalla finestra e dallo schermo, e il messaggio che arriva dritto è: siete voi il problema. Mentre invece non è vero. Viene alla mente la poesia terribile di Kipling che di fronte alla domanda di una generazione di giovani morta in guerra, tra cui il figlio, dice: se chiedono perché è andata così, “ditegli che è perché i padri hanno mentito”. Non siamo in una guerra guerreggiata, ma il Papa ricorda che siamo nel terzo conflitto mondiale combattuto a pezzi. Difficile pensare che la gestione della epidemia non ne faccia parte. Il rischio forte che inostri giovani si sentano presi in giro non ce lo possiamo permettere, perché è di loro che ci sarà bisogno. Occorrerà gente non demotivata per rifare l’Italia. Ammesso che la si voglia rifare. La botta di stanchezza emotiva – con non pochi casi di conclamati peggioramenti psichici – e di difficoltà oggettive che si sta abbattendo sui ragazzi è l’investimento peggiore. Non solo sull’istruzione ma su tutti quei piccoli lavori che permettevano a molti di dare una mano in famiglia. Ci si augura che verranno sostenute le tante aziende in difficoltà, ma non esiste un risarcimento adatto alla sfiducia. Non esiste soprattutto se dovuta alla menzogna.
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