Eugenio Bruno e Claudio Tucci, ilsole24ore.com/sez/scuola, 21.09.21
“Innovazione, a partire dalle lezioni che non possono essere più solo “frontali”. Saper fare, che deve permeare l’intera didattica, chiamata ad aprirsi, di più e meglio, al mondo del lavoro e alla rivoluzione digitale in atto. E poi: formazione del corpo docente, non solo “iniziale” ma anche “in servizio” sulla scia del paradigma del “lifelong learning” già realtà in larga parte del mondo privato. È stato il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Gianni Brugnoli, a chiedere alla scuola italiana un cambio di passo; e una visione di lungo periodo: «Paesi come Cina, Stati Uniti, India – ha ricordato Brugnoli – hanno adottato programmi sull’education al 2040-2050, e aderenti alle competenze richieste dalle imprese. Dobbiamo farlo anche noi, uscendo da una logica solo emergenziale. E non possiamo sprecare l’occasione del Pnrr» (che al capitolo Istruzione e Ricerca destina da qui al 2026 oltre 30 miliardi di euro)”.