Alessandro D’Avenia, Corriere della Sera, 04 gennaio 2021
Questo mi e vi auguro per quest’anno: la vita torni a parlarci e noi ad ascoltare ciò che Baudelaire chiamava «il linguaggio dei fiori e delle cose mute», che altro non è che la relazione buona con tutto ciò che non pretendiamo di manipolare e consumare.