Vincenzo Rizzo, ilSussidiario.net, 02.01.22
“Nei testi dostoevskiani ricorre talvolta un’immagine: quella del bambino sofferente. Si trova in Povera gente, ne I demoni, ne I fratelli Karamazov, ecc. Nel Diario di uno scrittore (gennaio 1876) lo scrittore russo ci racconta una sua visione: quella di un bambino affamato e solo. È un non visto, un non guardato: “Passò un agente dell’ordine e si voltò dall’altra parte, per non notare il bambino”. Per il rappresentante delle istituzioni quel bambino non è un volto, ma un problema. Un fatto che balza agli occhi come un imprevisto non gradito”.