Gianni Santamaria, Avvenire.it, 15.11.22.
“«In Aghavnì ho rappresentato le moltissime ragazze, giovani donne, donne sposate con figli, che sono state rapite e inserite in famiglie turche, curde, e anche arabe». Donne che hanno accettato il loro destino di essere state strappate alla famiglia nel corso di un genocidio come quello subito dagli armeni nel 1915”.