Marino Freschi, ilGiornale.it, 12.12.21
“La letteratura tedesca, quella universalmente conosciuta, comincia con I dolori del giovane Werther del 1774 e dopo duecento anni, nel 1973, Ernst Jünger (1895-1998) pubblica, quasi ottantenne, un romanzo sui turbamenti e i dolori di un adolescente, La fionda, appena uscito dalla valorosa casa editrice Settecolori a cura di Alessandra Iadicicco (ottima traduttrice e conoscitrice dello scrittore tedesco). Dunque un romanzo giovanile e insieme senile, che inquieta perché si tratta di un racconto di esperienze – probabilmente memorie autobiografiche – di uno studente, con le sue angosce, incertezze, tremori e timori.
All’inizio del Novecento uscirono numerosi romanzi sugli insidiosi anni della formazione giovanile attraverso quella che è la selva oscura della adolescenza. Questi racconti furono così importanti da segnare la nuova stagione culturale e artistica inaugurata da Frank Wedekind con un dramma, Risveglio di primavera, e proseguita con una nutrita serie di romanzi sulle angosce di adolescenti alle prese con una società rigida, pedante, autoritaria e repressiva”.
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