Giulia Regoliosi, ilSussidiario.net, 19.10.2021
“Tutta le riflessione del mondo greco-romano sull’idea di uomo, di persona, s’incentra sulla presenza di due elementi, il corpo e l’anima, mai da nessuno negati. Ma il loro reciproco rapporto, e la loro importanza per definire la persona, variano nelle diverse concezioni. Il testo dei primi versi dell’Iliade, dove si parla degli “infiniti lutti” degli Achei, distingue fra le anime andate “molte anzi tempo all’Orco” e i corpi lasciati in balia degli animali predatori: ma a differenza delle diverse traduzioni (ad es. “lor salme” del Monti), i corpi sono definiti da Omero col pronome aytoùs, “essi, essi stessi”, perché l’identità della persona consiste in quel corpo rimasto sul campo, mentre l’anima costituisce un’appendice che nell’al di là ha una vita umbratile e inconsapevole o al più una nostalgia dolorosa, come risulta poi nell’Odissea“.