Redazione, ilFoglio.it, 29.11.21
“Credi che il linguaggio della musica possa travalicare il campo dell’arte e arrivare alla coscienza delle persone, promuovendo anche azioni forti, unendo i popoli, trasmettendo valori di pace, di dialogo e di fratellanza o è soltanto utopia?”. La domanda è quella che il sindaco di Firenze ha fatto a Cesare Cremonini alla festa dell’Ottimismo 2021, l’evento organizzato dal Foglio proprio a Firenze, ospitato nel Salone dei Cinquecento a palazzo Vecchio. “La risposta non è scontata”, dice il cantante. “Quando un compositore scrive una partitura di musica ha una grande occasione: quella di indicare una profezia. Quella cioè di indicare una sensibilità che è già nella società ma che le persone o non hanno ancora trovato le parole per esprimere. Oppure forse davvero non lo sanno ancora. Io credo enormemente nel valore profetico della musica. Questo meraviglioso salone è un esempio di arte che può rappacificare i popoli. Di fronte a questa bellezza si possono mettere da parte gli interessi di parte. La musica, in quanto arte, è un’arma di comunicazione di massa fra le più potenti che abbiamo. Gli artisti hanno una responsabilità. Una pandemia come questa mette a nudo un artista, mette a nudo ‘le intenzioni’ degli artisti. E secondo me anche una canzone pop – il campo in cui mi muovo io – ha una responsabilità”.