Massimiliano Castellani, Avvenire.it, 19.12.21
“È già Natale al Cet – Centro europeo di Toscolano – , l’unica scuola che prepara e segue i giovani “tarantolati” dalla musica. «Siamo la Berkeley italiana, convenzionati con l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti. Abbiamo diplomato oltre 3mila ragazzi e negli anni siamo diventati un modello, e non lo dico certo io…», parola della grande anima musicale Giulio Mogol, il Principe del Cet che si aggira per il parco del suo borgo incantato dell’Umbria, mettendo quotidianamente in ordine musica e parole, aneddoti e ricordi di un giovane saggio, arrivato all’85° inverno. Una lunga stagione, vissuta tra discese ardite e le risalite, concedendosi innocenti invasioni e cercando, continuamente, quel coraggio di vivere che adesso, c’è. Ma solo dopo aver attraversato primavere da fiori rosa fiori di pesco… E si potrebbe andare avanti all’infinito con i rimandi e le citazioni dei testi scritti da Mogol, per brevità chiamato “Poeta” del cantar leggero. Un Poeta da 523 milioni di dischi venduti. «La più grande soddisfazione è scoprire che molti titoli delle circa 1500 canzoni che ho scritto sono entrate nel parlato comune, un lessico familiare. A volte frammenti dei miei brani li ritrovo persino negli articoli dei giornali o in qualche libro di narrativa». Potere dei pensieri che vanno Oltre le parole titolo dell’Antologia commentata (edizioni Minerva, a cura di Clemente J. Mimun e Vittoria Frontini) delle 60 canzoni scritte dal divo-antidivo Giulio, dal 1961 al 2011. L’antologia è un’idea di sua moglie Daniela, e avrà ovviamente un seguito.
Vasco Rossi stregato dalla sua canzone La compagnia (1969) ha detto: «Mogol è irraggiungibile ». Il “Professore”, Roberto Vecchioni, nella sua “autoantologia” afferma che «due sono i geni» della scrittura dei testi nella tradizione cantautorale italiana: Francesco De Gregori e Mogol“.