Rassegna stampa

Natale per topi o per capitani?

― 20 Dicembre 2021

Alessandro D’Avenia, Ultimo Banco, Corriere.it, 20.12.21

«C’era una volta un uomo che andava in giro a vendere piccole trappole per topi. Non era un’attività redditizia e doveva ricorrere all’elemosina e a piccoli furti per tirare a campare. Ciò nonostante la fame gli brillava negli occhi. Nessuno può immaginare quanto possa risultare triste e monotona la vita per un vagabondo senz’altra risorsa che i propri pensieri. Eppure un giorno l’uomo si trovò a fare un ragionamento che gli sembrò divertente. Stava pensando alle sue trappole, quando gli venne l’idea che tutto il mondo attorno a lui, con terre e mari, città e villaggi, non fosse altro che una grande trappola per topi. Non esisteva che per mettere davanti agli uomini delle esche: offriva ricchezze e godimenti, case e cibo, calore e vestiti, proprio come una trappola per topi offre formaggio e carne, e non appena qualcuno si lasciava tentare a toccare l’esca, gli si richiudeva di colpo intorno, ed era finita». Così comincia La trappola per topi uno dei bellissimi racconti natalizi di Selma Lagerlöf. Svedese, Nobel nel 1909, la più grande scrittrice dell’800 secondo Marguerite Yourcenar, unendo fiaba e realtà, restituisce la capacità di stupirsi, come accade in questo racconto, nel quale il vagabondo, dopo aver rubato 30 corone a un mugnaio che lo aveva ospitato, fugge e si perde nel bosco. Sta per morire, come un topo in trappola, quando sente un suono metallico…”

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