Tommaso Agasisti, scuola24. Ilsole24ore.com, 06.09.21
“Era il 14 luglio – appena poche settimane fa – quando la presentazione dei dati del Rapporto Invalsi scosse il mondo della scuola e l’opinione pubblica. Titolava il Corriere della Sera: “Prove Invalsi 2021, il tonfo della Dad. Alla Maturità metà degli studenti ne sa come in terza media”. I dati (finalmente, i dati!) hanno mostrato quello che molti docenti, dirigenti scolastici, famiglie ed esperti già temevano o intuivano: il periodo da febbraio 2020 a giugno 2021 ha implicato per molti studenti un rallentamento significativo dell’esperienza scolastica ed educativa, con conseguenti (enormi) effetti sugli apprendimenti. Per un paio di giorni non si è discusso d’altro, con analisti del settore educativo impegnati a dibattere (molto) sulle cause del problema e (poco) sulle possibili soluzioni. Poi, piuttosto rapidamente, il periodo delle vacanze ha allontanato i pensieri. Ora che l’estate sta finendo (cit.), la realtà torna a imporsi.
Incredibilmente, tuttavia, il dibattito di questi giorni si concentra su aspetti certamente importanti ma non centrali, quali il green pass, vaccini, distanziamenti, mascherine, ecc. Si badi bene: queste vicende sono decisive e possono essere dirimenti per garantire la continuità scolastica, ma non affrontano i nodi rimasti irrisolti a valle della presentazione del Rapporto Invalsi 2021.”