Vincenzo Rizzo, ilSussidiario.net, 19.11.21
“Nel dibattito politico-culturale esiste un luogo invisibile e ignorato, che ha un nome: scuola. Per i partiti tutto è più importante: politiche culturali radical chic da imporre in Italia, nuovi diritti relativi a minoranze rumorose che reclamano capricci individuali destinati a diventare legge, per assecondare i narcisismi, ormai moltiplicati.
Così un mondo costituito da 8,3 milioni di alunni e 730mila docenti, senza considerare collaboratori scolastici, segretari e dirigenti, resta ai margini della discussione politica.
Questo fatto è significativo di un metodo errato all’origine; anziché guardare un macroproblema o una macrosituazione ci si concentra su questioni interessanti per pochi che però impongono a tutti l’agenda, grazie all’aiuto di luoghi occulti di potere. Eppure chi sta in trincea e non dietro le reazioni del momento vede quello che sta accadendo: un cambiamento drammatico”.