Martino Frizziero, Coordinatore didattico del liceo Bruni – Padova, 14 aprile 2021
Difficile non stare male di fronte alle immagini della studentessa di Verona bendata. Di nero. Per una interrogazione.
Fanno l’effetto delle immagini di guerra, delle carceri di quei paesi dove si maltrattano i detenuti, dei campi di concentramento. Qualcosa non va. Si vede dietro un potere, una costrizione. Ma l’aguzzino non c’è. Dov’è?
A meno che non si voglia dire che l’aguzzino sia il docente che ha posto delle condizioni per interrogarla. Per fare bene il suo mestiere, per essere imparziale, per verificare i suoi apprendimenti. Lo direste voi che è un aguzzino?
Eppure c’è un errore da qualche parte. Lo stomaco lo sente, qualcosa in noi si ribella. Ma dov’è l’errore? Non parliamo di quelli che potrà fare la studentessa. C’è un errore ben più grave. È a monte, all’origine di quell’immagine. Perché quella è l’immagine di una vittima!
Possibile? Siamo arrivati a questo? (per leggere tutto scarica l’allegato)
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