Marco Ricucci, Corriere.it, 24.09.21
“E’ appena suonata la campanella e già ci sono le prime classi in quarantena, secondo i rigidi protocolli di sicurezza ormai collaudati da un anno appena trascorso. La vedo, negli occhi dei miei studenti: una sorta di paura, sincera e non malevola, del ritorno alla didattica a distanza. Ognuno singolo atomo di una classe-comunità disgregata, da casa, a vedere tante faccine su uno schermo. Nei primi giorni di scuola, ho richiamato la classe a «rispettare» il silenzio, un tempo sacrale e liturgico, quando si studiava seriamente secondo i nostalgici ovvero i laudatores temporis acti. Un silenzio così prezioso non solo per ascoltare la tradizionale spiegazione, soprattutto se di grammatica latina, ma anche per mettersi in ascolto delle voci dei compagni, insomma di chi parla per alzata di mano. I Greci avevano una parola specifica: la cheirotonia, perché nella reale democrazia diretta la comunità votava così e non su una piattaforma”.