A. De Gregorio, Corriere della Sera, 08 ottobre 2019
Anna ammette con un’ombra di imbarazzo che la chat dei genitori, sul suo smartphone, è silenziata da mesi. Mamma di una ragazzina di terza media, di sé non rivela altro, non vuol essere tacciata di scortesia. «Ma – dice – mi è bastata una settimana per capire che non potevo interrompere il mio lavoro ogni due minuti per guardare il messaggio appena arrivato». Auguri seriali di Natale o compleanno, catene di ringraziamenti, indiscrezioni, battute da adolescenti di ritorno… «Quel tempo, io non l’avevo. Ho pensato che a un certo punto avrei comunque recuperato con calma le conversazioni»…