R. Pasolini, ilsussidiario.net, 16 gennaio 2020
Il problema è che non vogliono mettere la scuola e la ricerca tra i punti importanti della loro agenda politica. Prima viene sempre altro, soprattutto le azioni politiche che portano consenso, e possibilmente voti, alle successive elezioni, mentre un intervento radicale sulla scuola porterebbe benefici solo alla fine di un decennio, ossia occorrerebbero politici (statisti) capaci di pensare e attuare riforme per il bene del loro paese e dei suoi giovani e non utili a un rapido consenso per puntare a una rielezione.