A. D’Avenia, Corriere.it, 30 settembre 2019
“E’ bella la nostra piscina color verdemare sotto il sole e intorno cespugli che nascondono le case e i viali, così bella che qualcuno di noi si alza ogni tanto, dà un’occhiata comprensiva e fa un passo, poi respirando con un sospiro chiude gli occhi e torna a stendersi tacendo». Così inizia un racconto che amo di Cesare Pavese, Piscina feriale, ambientato in un solare giorno di riposo. Qualcuno, risvegliato dall’inaspettata bellezza che lo circonda, prova ad andare in cerca di qualcosa, poi sospira e tace. È una crepa nel muro di giorni tutti uguali, uno spiraglio: «In verità siamo tutti in attesa»