Giovanni Orsino, ilGiornale.it, CulturaIdentità.it, 26.11.21
“Non credo che il pensiero e l’azione politica di Luigi Sturzo possano essere compresi a partire dalla dicotomia destra-sinistra, e neppure da quella libertà-illibertà, o se si preferisce liberalismo-illiberalismo. Credo che lo si possa capire molto bene, invece, se lo si misura lungo l’asse società-Stato. Soltanto una volta che lo si sia compreso da questo punto di vista diviene possibile tornare a ragionare alla luce delle due dicotomie precedenti.
Mi pare possibile sostenere insomma che nel cuore della riflessione sturziana vi siano l’autonomia della società, la salvaguardia e valorizzazione del suo ordine naturale, delle sue articolazioni interne, delle sue radici religiose, e la sua supremazia sullo Stato, che non solo non deve permettersi di toccare quell’ordine sociale naturale, ma, al contrario, deve mettersi al suo servizio. Interpretato così, Sturzo è prima di tutto un anti-giacobino, un nemico di qualsiasi tentativo di utilizzare il potere pubblico per modificare le strutture tradizionali della società o rieducare gli individui”.