Alessandro D’Avenia, Ultimo Banco, Corriere.it, 17.10.21
“Perché Alexander Romanovsky, uno dei giovani pianisti più noti al mondo, ha suonato Chopin davanti all’Istituto tumori di Milano o nell’atrio di un carcere di Brescia? Perché è normale.
Nato in Ucraina, ha studiato e vive in Italia da quando ha 13 anni. Dal momento che le norme di sicurezza gli hanno impedito di esibirsi nelle sale da concerto, si è inventato un «piano b»: girare l’Italia (a luglio e agosto scorsi) in un furgone con il suo piano e un piccolo palco per 42 concerti gratuiti all’aperto e in sicurezza”.