Eraldo Affinati, Avvenire.it, 09.11.21
“Durante la pandemia le prove di maturità, a conclusione della scuola media superiore, prevedevano la composizione di un elaborato da fare a casa sulla cui base si avviava poi il colloquio interdisciplinare. Si è trattato di una soluzione d’emergenza per snellire le formalità burocratiche dopo i lunghi drammatici mesi di isolamento domestico quando la didattica è stata realizzata soprattutto a distanza grazie alle nuove tecnologie digitali.
Tale sperimentazione ci ha tuttavia spinto a riflettere, stavolta per cause di forza maggiore, sulle modalità dell’Esame di Stato che, come sappiamo, all’avvicendarsi di ogni nuovo governo subisce modifiche più o meno utili, anche se la struttura di fondo rimane sempre la stessa e risale al 1923, nel disegno originario tracciato dal famigerato ministro Giovanni Gentile.
Ora fa discutere una petizione contro la prova scritta, che dovrebbe essere reintrodotta nel prossimo esame di giugno 2022”.