Cecilia Negri, Tempi.it, 10 giugno 2019
“Ma a che cosa servirebbero i cosiddetti studi classici se i loro frammenti a noi rimasti non entrassero a far parte della nostra piccola vita?”.
(Dino Buzzati, “Sulle Alpi Bartali cede al troppo potente Coppi”, Il Corriere della Sera, 11 giugno 1949)
La più grande sfida dell’anno è stata rispondere a questa provocazione, trovare un perché alla mia scelta. Ho sempre sentito il peso di frequentare il liceo classico: sarà stata la passione per la scrittura, la voglia di studiare o la cura messa in quasi ogni mio lavoro, che hanno fatto sempre pensare a tutti che il mio futuro fosse una dritta strada verso questo indirizzo. Non so ancora se alla fine ho ceduto oppure ho voluto cercare una corrispondenza con esso, ma, dopo un anno, ho capito qualcosa di più di me e di questi studi. Una parola latina mi ha aperto la strada di questa scoperta: ‘vertĕre’.