Alessandro D’Avenia – Corriere.it, 25 novembre 2019
Adattiamo la sfida del film Yesterday a ciascuno: che mondo sarebbe senza te? Come andrebbe la vita sulla terra se non fossi nato? Che opera devi fare, a prescindere dal fatto che migliori la vita di due persone o di due miliardi? Nella vita quotidiana definiamo le cose in base al loro fine: una barca che non galleggia non è una barca, un ombrello che non ripara non è un ombrello. Vale lo stesso per le persone: la felicità di un uomo o di una donna consiste nel realizzare il senso, cioè il fine, per cui è fatta, a prescindere dal consenso che questo può procurare.